Innichen

È il 4 gennaio 1988. Sopra San Candido – Innichen, come sottolinea sempre mia madre, che vorrebbe che mi abituassi già alle lingue straniere, e insiste, ed è persino feroce, per esempio, rispetto all’esatta toponomastica dei luoghi – è appena scesa una spolverata di neve leggera. L’ennesima.Ho cinque anni. Senza interpellarmi, i miei hanno deciso che devo imparare a sciare. Per questo, siamo a San Candido già da tre giorni. Alloggiamo alla “Pension Ludwig”, una casa piccola, poco fuori dal […]

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Una questione di democrazia

Una domenica, mattina

Federico D’Improta uscì di casa molto presto. Erano le sei e mezza di una domenica di maggio.– Non voglio far tardi… E poi ho preso l’impegno di essere là quando apriamo – disse ad Anna. La moglie sparì ancora di più sotto le coperte. Lui le diede ugualmente un bacio, appoggiando le labbra sulla coperta, più o meno all’altezza della guancia, e uscì. Mentre scendeva dal suo secondo piano, lungo le scale del condominio e cercando di fare […]

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Le donne al Sepolcro non avevano Whatsapp

Il problema della Pasqua è che, sostanzialmente, si tratta di un evento indicibile. Come si fa, infatti, a raccontare una resurrezione? I Vangeli, certo, i Vangeli se la cavano tutto sommato grazie all’introduzione delle donne – cioè soggetti che nell’antichità non godevano frequentemente del diritto di parola – che Dio sceglie come testimoni del più importante fatto della storia dell’umanità (aka “la sconfitta della morte”).

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Ho visto il futuro della sinistra ed (il futuro) somigliava a Don Matteo 11

Alcuni pensano che le elezioni dello scorso 4 marzo abbiano segnato la fine per certi partiti eredi di quegli ideali e di quei valori di una storia novecentesca, una storia fatta di passioni e di errori, una storia di riscatto e di cadute. Una storia comunque importante. Una storia di sinistra.
Io adesso ricordo che lunedì 5 marzo – il giorno precedente ero al seggio e come tutti quelli che erano al seggio anche io ho fatto notte là dentro, contando uno-a-uno […]

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Trentadue anni fa, sul balcone di casa mia

Per molti della nostra generazione è stato Alfredino Rampi: la tv del dolore, l’impatto dei media nelle disgrazie della vita, tutto il resto, tutto ciò che ne è seguito, giù, giù fino al plastico nello studio di Vespa.

Per me invece è stata la strage di Ustica.

Non avevo nemmeno 5 anni, il 27 giugno del 1980. E non so dire perché me lo ricordi così bene. Per dire, dell’attentato alla stazione di Bologna, solo un paio di mesi dopo, invece nulla. […]

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