La valle dell’Eden

Timshel

Presi in mano per la prima volta “La valle dell’Eden” che avevo 17 anni, subito dopo aver letto “Furore” e “Uomini e topi”, convinto che in quello che lo stesso Steinbeck sosteneva essere il suo libro più importante e definitivo avrei ritrovato la conferma ulteriore della mia indignazione circa lo sfruttamento delle masse e dei miserabili perpetrato dai riccastri. Se non ricordo male, con un po’ di delusione, lo abbandonai più o meno a metà. Anzi, prima della metà. Poi, credetti di recuperare qualcosa grazie al discutibile film di Kazan (“discutibile” perché va bene James Dean e tutto, però un film che prende spunto da un romanzo e ne tratta solo la seconda parte per me compie un’operazione “discutibile”, appunto).
Così, approfittando del fatto che in lockdown non avevo alcuna voglia di stare a sentire tutti quelli che continuavano a parlare e tutti quelli che predicevano il futuro e tutti quelli che avevano già capito ogni cosa – insomma, approfittando del fatto di voler estraniarmi dall’attualità e approfittando anche della nuova edizione Bompiani (sì, in copertina c’è James Dean, ma c’è anche l’ottima traduzione di Maria Baiocchi e Anna Tagliavini) – mi sono dedicato alla (ri)lettura de “La valle dell’Eden”.
😱 Cosa mi ero perso!

➡️Da qui, la faccio breve: non credo che molti editor, trovandosi tra le mani un manoscritto del genere, 762 pagine costruite su un’architettura sghemba – c’è la storia intrecciata di due famiglie, i Trask e gli Hamilton, solo che quella dei Trask copre circa l’80% del romanzo e quella degli Hamilton è piuttosto pallosa, anche se il vecchio Samuel Hamilton è uno dei personaggi fondamentali di tutta la storia – offrirebbe all’autore una possibilità editoriale (“ok, John, bel tentativo… Ma, così, perché non ci porti una cosa tipo “Pian della Tortilla”, ti ricordi?… Ecco una roba del genere”). Tuttavia, per non spararla troppo grossa, secondo me “La valle dell’Eden” si situa al livello di “Moby Dick” (cioè, siamo da quelle parti lì) e, in particolare, il capitolo 24 – quello che demolisce ogni pretesa di determinismo basato sull’idea che Dio agisca sostanzialmente per punirci tramite il senso di colpa – è un capolavoro che, da solo, vale almeno la metà di tutta la narrazione che è stata prodotta successivamente.
“Timshel”, dice Dio a Caino. “Tu puoi (dominare il male). Nessuna imposizione da parte mia. Tocca a te”: tra l’altro, nel contesto di chi si propone nell’agone politico al grido “Dio vuole così”, mi sembra piuttosto attuale

👉🏻Comunque, a parte questo, ne “La valle dell’Eden” ci sono un pugno di personaggi che entrano dritti nel cuore e nella testa del lettore. E non se ne andranno.

➡️ POSTILLA
Cosa ho imparato da tutto questo? Che a 17 anni sei il padrone del mondo. Ma non sempre conosci ogni anfratto del tuo regno.